La nuova Legge sui Topicidi

Dal 1° marzo 2018 tutti i topicidi con una concentrazione
di sostanza attiva anticoagulante pari o superiore a 0,003%
non potranno più essere venduti al pubblico

L’Unione Europea ha emesso una serie di normative che comportano drastiche limitazioni all’uso dei topicidi da parte del pubblico. La finalità della legge è la conservazione e la difesa dell’ambiente oltre alla sicurezza dei cittadini e degli animali e alla loro salute. (Regolamento (UE) 2016/1179 (IX ATP del CLP)

In particolare dal 1° Marzo 2018 ci saranno limitazioni all’impiego di anticoagulanti e ulteriori misure per la riduzione del rischio umano e ambientale definendo una segmentazione degli utilizzatori. 

Tutti i topicidi con una concentrazione di sostanza attiva anticoagulante pari o superiore a 0,003%

– NON potranno più essere venduti al pubblico ma solo ai professionisti del settore

– saranno classificati come TOSSICI PER LA RIPRODUZIONE (H360D – PUÒ NUOCERE AL FETO)

– dovranno esibire questo pittogramma (a lato) 

ed in alcuni casi potranno essere classificati: H373 o H372 – PROVOCA DANNI AL SANGUE IN CASO DI ESPOSIZIONE PROLUNGATA O RIPETUTA.

– L’uso di esche topicide da parte dei professionisti (che devono essere obbligatoriamente inserite in appositi contenitori non manomettibili (Ordinanza del Ministero della Salute del 19/03/2009, art.1 comma 6 e del 10/02/2012) NON potrà più essere permanente

– Il trattamento potrà durare al massimo 5 settimane e le esche rimaste dovranno essere smaltite secondo le norme vigenti.

Dal 1° Marzo 2018 le esche topicide potranno essere vendute:

con principio attivo uguale o maggiore dello 0,003% solo per uso professionale;

Per i trasgressori sono previste sanzioni penali ed amministrative.

 

La BiolTrap non rientra in nessuna di queste norme restrittive.
La Bioltrap è ECOLOGICA. Funziona ad aria compressa ed è autoalimentata
con pannelli solari e batterie ricaricabili. 
Non usa esche avvelenate o contaminanti per l’ambiente. 

L’uso di trappole e i sistemi di cattura nei programmi di controllo dei roditori

 

I servizi obbligatori in linea con Ie recenti normative D.L. 193/07 e sistema H.A.C.C.P. sono:
• monitoraggio roditori
• monitoraggio insetti striscianti
• monitoraggio insetti alati.
In sintesi, il D.L. 193/07 stabilisce che ogni soggetto pubblico o privato che esercita una o più delle attività sopra descritte deve garantire tutte Ie procedure intraprese sugli alimenti, effettuate in modo igienico e senza rischi di contaminazione dei prodotti alimentari. Ogni soggetto quindi ha l’obbligo di adeguarsi ed applicare la normativa.
COS’È IL MONITORAGGIO H.A.C.C.P.
È un sistema di autocontrollo igienico che ogni operatore nel settore della produzione di alimenti deve per legge mettere in atto al fine di valutare e stimare pericoli e rischi e stabilire misure di controllo per prevenire l’insorgere di problemi igienici e sanitari e tutelare così la salute dei consumatori.
COME AVVIENE?
L’azienda che lo effettua deve redarre un documento, il manuale H.A.C.C.P. in cui sono descritti l’azienda, i suoi processi e le indicazioni per prevenire e risolvere i rischi alimentari. I punti più importanti da controllare sono generalmente le temperature di conservazione, cottura, sterilizzazione, ricevimento merci, ma anche la presenza di “infestanti”.

DERATTIZZAZIONE
Senza voler ripercorrere la storia della derattizzazione, vale la pena ricordare che ad un lungo periodo nel quale il controllo dei roditori veniva svolto quasi esclusivamente con l’utilizzo di esche rodenticide, a partire dagli anni ’90 si sono sempre più affermati gli accessori per la cattura come le trappole meccaniche e le superfici collanti (cartoncini e tavole). Le normative in materia di autocontrollo (Direttive CE n°93/43, D.L. 155/97 oggi sostituite dal Reg. CE 852/04 e dal Reg. CE 183/05) e i disciplinari di produzione controllata ed integrata (Standard IFS, AIB, BRC e norme volontarie in materia di qualità, ISO 9000; in materia di ambiente, ISO 14000 e in materia di igiene e tracciabilità, ISO 22000) hanno poi contribuito a limitare ulteriormente l’impiego delle esche rodenticide nelle filiere agroalimentari con particolare riferimento ai locali di produzione, lavorazione e stoccaggio. In tempi ancor più recenti alcune circolari del Ministero della Salute (Ordinanza Ministeriale del 18 Dicembre 2008 e successivi chiarimenti e integrazioni) hanno definitivamente regolamentato l’utilizzo delle esche rodenticide nell’ambito dei programmi di controllo svolti dalle aziende di servizi, ma ancor di più definito che, all’atto della commercializzazione di questi presidi medico chirurgici, i produttori dovranno inserire in etichetta alcune indicazioni che raccomandino l’utilizzo delle esche all’interno di appositi erogatori o contenitori.

I fattori che hanno contribuito alla diffusione delle trappole di cattura per i roditori
Le esche rodenticide restano ancora oggi il metodo maggiormente utilizzato per assicurare una eliminazione ed un contenimento delle infestazioni. Le nuove metodiche, influenzate dalle normative e dai disciplinari, inducono a gestire piani di controllo che prevedono l’utilizzo delle esche nelle aree esterne e nei territori, per controllare le infestazioni prima che i roditori entrino negli edifici. All’interno di locali e stabilimenti (soprattutto agroalimentari) vi è ormai la tendenza (e in regioni come la Toscana l’obbligo), di utilizzare solamente trappole di cattura. Le motivazioni che hanno portato a questo cambiamento sono riconducibili a limitare l’impatto ambientale di questi interventi. Togliere o limitare l’uso di esche rodenticide permette di ridurre la dispersione di sostanze chimiche nell’ambiente, perseguendo linee guida ispirate ai metodi di produzioni biologica, biodinamica ed integrata.
Occorre eliminare, o comunque ridurre, il rischio di contatto fra sostanze chimiche e i prodotti destinati all’alimentazione umana o animale.

Tale eventualità non è tanto riferita ai prodotti confezionati, ma soprattutto alle materie prime e ai semilavorati spesso esposti a questo tipo di contaminazioni lungo le filiere produttive (pieno campo, magazzini di materia prima, sistemi e mezzi di trasporto).
Eliminare il rischio che tali esche siano disponibili ad individui “non bersaglio”. In questo senso si citano ovviamente l’uomo ovvero i bambini ma, non secondariamente, mi riferisco agli animali, sia domestici che selvatici fra i quali sono compresi i cani e i gatti, ma anche le lumache, le formiche e altri piccoli esseri appartenenti a catene alimentari distanti dall’uomo, ma comunque di importanza faunistica elevata.
L’ultima motivazione che ha portato all’uso ormai prevalente delle trappole nelle industrie agroalimentari, nei centri di distribuzione alimentare e nelle comunità in genere è legato al comportamento dei roditori durante l’azione delle sostanze attive. Premesso che le esche rodenticide sono efficaci grazie alla presenza di una sostanza attiva anticoagulante che agisce nel corso di diverse ore, i roditori durante questo periodo tendono a comportarsi in modo anomalo, ingiustificato in completa atassia e quindi alquanto pericoloso. Dopo l’ingestione dell’esca possono ad esempio frequentare ambienti esposti anche in pieno giorno, portarsi a diretto contatto con superfici, merci e prodotti a cui, normalmente, non si sarebbero mai avvicinati, contaminando i reparti delle industrie alimentari oppure esporsi all’uomo nei locali dei centri di distribuzione e delle comunità in genere.

Obiettivi e limiti dei sistemi di cattura
Le motivazioni che hanno condotto le più attuali metodologie di derattizzazione ad utilizzare le trappole di cattura sono molteplici. È ormai senso comune, all’interno delle industrie alimentari, quello di utilizzare prevalentemente, o meglio ancora esclusivamente, le trappole di cattura possibilmente a gestione interattiva.
L’obiettivo dei sistemi di cattura è di rimuovere l’infestazione nel minore tempo possibile per evitare che gli infestanti danneggino le merci e imbrattino gli ambienti. Per riuscire a togliere e/o ridurre drasticamente le infestazioni, occorre posizionare un adeguato numero di dispositivi, ma soprattutto collocarli nei punti di effettivo passaggio degli infestanti, aspetto, quest’ultimo, che richiede una buona preparazione del tecnico, la conoscenza della biologia e dell’etologia degli infestanti e, infine, la conoscenza del luogo nel quale si interviene. 


Trappole per catture multiple
• le dimensioni e il disegno devono essere tali da permettere comunque l’utilizzo nei vari ambienti di un edificio e in particolare vicino a passaggi e punti ristretti ed angusti
• i materiali devono essere tali da consentire all’operatore una facile pulizia interna ed un rapido asporto degli infestanti;
• la trappola deve consentire un facile azionamento e soprattutto un controllo rapido ed accurato senza per questo doverla aprire totalmente;
• il disegno e la struttura devono consentire una facile pulizia dell’area circostante ovvero agevolare il temporaneo spostamento della trappola;
• qualora si tratti di dispositivi da posizionare a parete, l’apertura deve essere molto vicino al muro e permettere il facile ingresso dell’infestante;
• dove possibile, deve essere previsto lo spazio per un adescante alimentare;
. Il tempo e il modo con i quali viene rimossa l’infestazione hanno portato a proibire l’impiego delle colle in diversi Paesi della UE e per ultima anche la Svizzera ne ha vietato l’uso nel 2008. Su queste tavole collanti vengono trovati animali non bersaglio come lucertole, gechi e volatili di piccola taglia (passeracei), eventualità che rende queste trappole per alcuni aspetti analoghe alle esche rodenticide.. Le trappole conformate “a contenitore”, ovvero che trattengono l’infestante all’interno, sono quelle che al momento hanno maggiore diffusione ma che portano allo svolgimento di un servizio molto diverso rispetto al passato  
Nei sistemi ordinari di derattizzazione, l’uso delle trappole richiede una frequenza di controllo maggiore rispetto al passato. lo scopo di rimuovere l’infestante catturato. L’utilizzo sistematico delle trappole sta portando a necessità e tecnologie di altro tipo e certamente più “evolute” rispetto al passato.

Nuove tendenze costruttive per le trappole per la cattura dei roditori
Per i motivi etici e di igiene già esposti, stanno trovando interesse sempre maggiore trappole e sistemi di cattura che permettano di avvisare il tecnico circa la presenza di una infestazione o cattura oppure consentano di evitare inutili sofferenze al roditore.
Sono quindi ormai disponibili le trappole che dispongono di un meccanismo di cattura in grado di azionare un segnale radio o SMS . Questo segnale, avvisa direttamente il tecnico in tempo reale circa l’avvenuta cattura, mediante l’invio automatico di un messaggio telefonico (SMS). Questi potrà rimuovere più o meno tempestivamente il topo o il ratto catturati e prevederne anche la soppressione eutanasica in base alle direttive vigenti allineandosi in tal modo a quei principi di etica e di rispetto per l’animale già introdotti nel Nord Europa. 

Conclusioni

Se fino agli anni ’90 le derattizzazioni si basavano prevalentemente sull’utilizzo di Presidi Medico Chirurgici rodenticidi, a distanza di dieci anni possiamo ritenere che l’utilizzo delle trappole è, e sarà sempre più crescente nei prossimi anni. È comunque limitativo pensare alla diffusione di semplici trappole, le quali richiedono controlli frequenti che, se non sono svolti dall’azienda di servizi, necessitano del coinvolgimento del committente (fruitore del servizio) e non fanno che spostare da una parte all’altra i costi di manodopera. Nel contesto industriale ed in particolar modo quello alimentare e farmaceutico è necessario rimuovere con tempestività l’infestante catturato non solo per motivazioni etiche, quanto igieniche. La maggior diffusione di questi metodi di lotta porterà anche a definire meglio la gestione dei roditori catturati e il relativo smaltimento.

 

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